giovedì 3 novembre 2016

LA PREDICA CONTRO I DORMIGLIONI DI SWIFT




Dormire in chiesa: peccato mortale o possibile salvezza? Se non altro dal tormento di certe noiosissime prediche... La questione solo apparentemente bizzarra è tornata di una certa attualità. Qualche tempo fa Papa Francesco, rivolgendosi al clero riunito in convegno, parlando della farraginosità di certe omelie, ha esortato: “...abbiate pietà del popolo di Dio”. Aggiungendo poi una singolare indicazione ai sacerdoti: “Le persone non sopportano più di otto minuti, poi si disconnettono, e vogliono si parli al cuore”. Curiosa acribìa quella degli otto minuti, che fa pensare con un brivido ai 140 caratteri regola del mondano Twitter, e insomma alla velocità e superficialità del nostro comunicare d'oggidì.
Ora, il tema del dormire in chiesa, apparentemente stravagante, ovvero del pericolo costituito dall'effetto soporifero delle prediche, in realtà non è nuovo, anzi ha addirittura radici bibliche. Si ritrova in un episodio minore degli Atti degli Apostoli, dove si narra di una predicazione di Paolo: “Un ragazzo di nome Eutico, seduto alla finestra, mentre Paolo continuava a conversare senza sosta, fu preso da un sonno profondo; sopraffatto dal sonno, cadde giù dal terzo piano e venne raccolto morto. Paolo allora scese, si gettò su di lui, lo abbracciò e disse: Non vi turbate, è vivo!”. Poi l'Apostolo risalì, spezzò il pane in compagnia, mangiò, e parlò ancora molto fino all'alba. Certo, gran predicatore Paolo, anche se, si deve constatare, a volte esagerava.
Non credo che il problema sussista ancora oggi: i giovani, ancorché pochi, non cadono dai banchi stramazzando tra le navate. L'arte di predicare si è adeguata ai tempi e i preti immagino si attengano in generale alle indicazioni del papa, ovvero facciano i conti con la diminuita capacità di attenzione dei fedeli e la velocità che domina il terzo millennio. Tuttavia può essere di un qualche interesse un leggerissimo libretto uscito per le edizioni EDB: “Predica sul dormire in chiesa”, scritto da Jonathan Swift (proprio così: l'autore dei Viaggi di Gulliver). Swift (1667-1745) che fu pastore anglicano, si scagliò così contro i dormiglioni, ovvero, più in generale, contro l'indifferenza per la religiosità che dominava i suoi tempi; tempi che egli considerava particolarmente decaduti. La breve prosa è un pezzo di maestria, e può far riflettere ancora oggi (anche chi ha una fede malsicura o nulla) sulla necessità di vegliare e non cedere ai tanti sonniferi che il mondo ci ammannisce; solo un genio comunicativo come il suo poteva permettergli di lanciare un'invettiva contro chi dorme alle prediche, per mezzo di una predica. “Per molta gente l'oppio non è così stupefacente come un sermone”, si lamenta Swift dal suo pulpito, eppure la sua predica non fa per niente dormire.

(Primo Fornaciari, da "La Voce di Romagna")









Nessun commento:

Posta un commento